Ovid’s Metamorphoses

Among the myths described by Ovid in his Metamorphoses, some are set in Sicily: these are often connected to the element of water. Federica has explored them through drawing, collage, and a transformation of materials and pieces from her past works, in a process that is itself a metamorphosis. This body of work was created for the two-person exhibition Mito at Casa del Pittore in Mantua, where she exhibited alongside Dario Moretti.

The abduction of Proserpina, defended by the nymph Cyane, who then dissolved into water from the sorrow of witnessing such a violent act.

The nymph Arethusa, enveloped in a cloud by Artemis to protect her from Alpheus, and then gradually transformed into water and a spring.

Leading us through this journey, which has neither a beginning nor an end, are the rocks of Etna thrown by the Cyclops Polyphemus out of jealousy over the shepherd Acis’s love for Galatea.

Tra i miti descritti da Ovidio nelle sue Metamorfosi, alcuni hanno la Sicilia come sfondo. Solitamente sono legati all’elemento dell’acqua. Federica li ha esplorati attraverso il segno, il collage e una trasformazione di materiali e frammenti di sue opere passate, in un processo che è esso stesso una metamorfosi. Questo corpus di lavori è stato realizzato per la bi-personale Mito alla Casa del Pittore di Mantova, dove ha esposto insieme a Dario Moretti.

Il ratto di Proserpina, difesa dalla ninfa Ciane, scioltasi poi in acqua per il dolore di aver assistito a un atto tanto violento.

La ninfa Aretusa, avvolta in una nube da Artemide per proteggerla da Alfeo, e poi pian piano trasformata in acqua e in sorgente.

A condurci in questo percorso, che però non ha né un prima né un dopo, sono i massi dell’Etna scagliati dal Ciclope Polifemo contro il pastore Aci per gelosia del suo amore con Galatea.


WORDS ARE STONES

Site-specific installation, Palazzo del Plenipotenziario, on the occasion of Mantova Poesia. 2025, paper, cardboard, layered collage, acrylic, oil, pastels | Installazione site-specific, Palazzo del Plenipotenziario, in occasione di Mantova Poesia. 2025, carta, cartoncino, collage stratificato, acrilico, olio, pastello

Words are living, powerful matter — capable of leaving a mark, of changing, of wounding. In this installation the “stones” are light, made of paper, and could be moved by the wind. Yet they carry the weight of memory: each element is built from collage fragments — clippings, tears, traces, marks — evoking the stratifications of language, history, and identity. These are layers of paper and fragments of Federica Aiello Pini's past works, torn not as an act of destruction, but of awareness — to shift the pieces into a new form, to build dimensions, new possible directions for growth.

Le parole sono materia viva e potente, capaci di incidere, cambiare, ferire. In questa installazione le “pietre” sono leggere, fatte di carta, potrebbero essere spostate dal vento. Ma portano in sé il peso della memoria: ogni elemento è costruito con frammenti di collage — ritagli, strappi, tracce, segni — evocando le stratificazioni del linguaggio, della storia e dell’identità. È la stratificazione di carte e frammenti di opere create da Federica Aiello Pini in passato, e poi strappate, non come gesto di rottura ma di consapevolezza, per muoverne i pezzi in modo nuovo, costruire dimensioni, nuove possibili direzioni in cui crescere.